Giovani Europeisti

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domenica 14 dicembre 2014

Cos'è HORIZON 2020




Prima di rispondere a questa domanda dobbiamo chiederci cosa sia l’innovazione. Una parola abusata, per certi versi violentata, che ha supplito l’ormai demagogico cambiamento, spesso a livello politico ed economico. È il cambiamento stesso che è chiamato a dover mutare, a cambiare pelle per suscitare ancora speranza dai discorsi elettorali. È così che ha perso la sua identità e il suo connotato positivo, che però in questo breve articolo vorrei ritrovare.

Quante volte abbiamo sentito critiche alle politiche austere della Commissione Barroso? Quante volte dei cervelli in fuga? Quante ancora della sempre maggior distanza da quei paesi che fino a pochi anni fa erano chiamati in via di sviluppo? La verità è che perdendo il contatto con alcune parole, ci siamo anche dimenticati come applicarle. Incolpiamo le politiche macroeconomiche e le irraggiungibili istituzioni europee, ma è proprio qui che sbagliamo. L’innovazione nasce a livello locale, da pochi cittadini che hanno in comune un’idea e una buona dose di coraggio.

In un mercato così concorrenziale però, queste due caratteristiche non bastano. Sono necessarie competenze e dinamicità, creatività e pazienza, ma quasi sempre, queste bellequalità, sono messe in ginocchio da un fattore dominante: i fondi.

È qui che entra in gioco Horizon 2020, il nuovo programma quadro dell’Unione Europea per la ricerca e l’innovazione, che in sette anni metterà sul tavolo 80miliardi di euro (2014-2020). Questo programma è in realtà operativo già da un anno, ma nonostante ciò, non se n’è parlato molto, anche se la sua struttura semplificata è innovativa, poiché accompagna attraverso tutte le fasi, che vanno da Principi di base osservati (cioè la ricerca necessaria a garantire un progetto ancora astratto) fino al vero e proprio Accesso al Mercato.


Chi può ricevere fondi?
  Qualsiasi Consorzio composto da almeno tre persone, residenti in uno dei paesi membri dell’Unione Europea, che dimostrano di poter cofinanziare il progetto. Horizon si rivolge soprattutto ai ricercatori e innovatori all’apice dei loro settori di ricerca, ma finanzia anche la formazione e la mobilità di questi, con l’obiettivo di colmare il divario che intercorre tra ricerca e il suo concreto sfruttamento.

Quali sono gli obiettivi specifici?
  Per prima cosa si punta a rafforzare e a consolidare la leadership industriale Europea, stimolando e rafforzando l’innovazione nelle Piccole e Medie Imprese (PMI) che rappresentano il 99,8% delle imprese in Europa. Per far questo si serve del suo secondo obiettivo, quello dello sviluppo tecnologico e scientifico, per raggiungere una posizione di eccellenza mondiale. Infine, H2020 stanzia per il suo ultimo scopo quasi un terzo del budget: le Sfide Sociali.

Cosa sono le Sfide Sociali?
  Le sfide individuate da Horizon 2020 sono sette.
  • Salute, cambiamento demografico, e benessere.
  • Controllo alimentare, agricoltura sostenibile, ricerca marina e bio-economia
  • Energia sicura, pulita ed efficiente
  • Trasporti smart ed ecologici
  • Interventi sul clima, efficienza delle risorse e materie prime
  • Società inclusive e innovative
  • Salvaguardia della sicurezza sociale


  Horizon 2020 è un vero e proprio concorso, e come ogni concorso ha dei criteri di valutazione. La commissione che valuterà le richieste, composta da esperti dei vari settori, ricercherà l’impatto, la qualità e l’ efficienza dell’attuazione. La partecipazione alle prime call di dicembre è stata soddisfacente. 16.000 proposte progettuali, di cui il tasso medio di successo si aggira in torno all’11%. Il 44% dei partecipanti sono imprese, di cui circa la metà PMI. La Spagna e l’Italia sono i paesi che hanno presentato più richieste e i temi più frequenti sono stati salute, alimentazione e cyber-security.


  Horizon2020, che è contenuto nella strategia decennale Europa2020, è il più grande progetto di ricerca dell’Unione Europea ed è anche uno dei più grandi a livello mondiale. Sono stati stanziati 17 milioni per la Leadership Industriale, per risollevare l’industria europea, concentrandosi sulle PMI. 24,4 miliardi riguardano l’Eccellenza Scientifica, che comprende anche la mobilitazione e la formazione di ricercatori (Azioni Marie Curie), 2,7 all’Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia (EIT) e 1,6 all’Euratom. La fetta più cospicua, già citata sopra, è indirizzata verso le Sfide Sociali, che ricevono quasi 30 miliardi.


  Essendo un programma aperto a tutti i paesi membri dell’Unione Europea, e quindi a più di 500 milioni di persone, potrebbe sembrare irraggiungibile. Ma l’intenzione della Commissione Europea è di aiutare quelle idee che provengono da piccole realtà, che spesso rimangono embrionali per mancanza di mezzi. Per questo H2020 ha ridotto le formalità burocratiche e ha proposto un accesso più veloce e regole semplificate.

  Ci sono già alcune società che pubblicizzano e informano riguardo a questo programma, come l’Aster in Emilia Romagna. Ci sono, inoltre, tantissime idee e tantissimi progetti, tantissime aziende e imprese pronte a lavorare per vedere, finalmente, i loro risultati all’orizzonte.


Gabriele Bortolotti

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