Giovani Europeisti

Giovani Europeisti

lunedì 2 giugno 2014

Intervista, tradotta, di "Le Figaro" a Sandro Gozi

Intervista- Segretario di Stato agli affari Europei, Sandro Gozi, 46 anni, difende il bilancio dei primi cento giorni di Matteo Renzi, di cui è fedele aiutante. Delinea le priorità della Presidenza italiana dell’Unione Euoropea, che inizierà il 1° luglio.

Roma

Secondo lei, quali sono le riforme più importanti del Governo Renzi, in questi 100 giorni?

Ha ridotto il costo del lavoro e aumentato il potere d’acquisto delle classi più modeste. Inoltre ha risposto alla forte domanda di giustizia sociale che sorgeva nel paese. In particolare ha messo un tetto di 240.000 euro agli stipendi dei manager pubblici, ha abolito 110 province italiane, tagliando 3000 funzionari. Ora dobbiamo diminuire la fiscalità sul lavoro. Tutto questo prova che l’Italia può cambiare. E noi la cambieremo.

Come commentate l’esito degli scrutini elettorali europei in Francia?

Sono molto preoccupanti! Marine Le Pen è molto pericolosa, estremista, nazionalista nel peggior senso del termine. Lei vuole distruggere l’Europa e ristabilire le frontiere. Lei è l’esito di una serie di scelte sbagliate che l’Europa ha fatto o di altre che non ha fatto. Io penso a una politica di sviluppo, una politica estera, una politica dell’energia comune. L’Europa è troppo presente nella vita quotidiana a causa di un’iper-regolazione burocratica. È incredibile che imponga il modo di servire l’olio d’oliva ai tavoli dei ristoranti, mentre i cittadini non la trovano là dove si aspettano di trovarla. L’assenza di una politica europea forte e intelligente è il migliore carburante per il motore dei populisti. Sulle questioni transnazionali, come la crescita, la sicurezza, la lotta contro il terrorismo e il riscaldamento globale, bisogna creare una vera Europa politica! La Francia, in particolare, dovrà fare uno sforzo maggiore per raggiungerla.

Il PS (Partito Socialista) francese ha delle responsabilità?

Non credo che sia stata una responsabilità specifica del PS. Abbiamo tutti atteso troppo per costruire un’Europa che manca. Abbiamo perso troppo tempo. La Francia deve, adesso, riconquistare la sua posizione di avanguardia tra chi sogna un’Europa veramente politica.

Quali sono le vostre priorità per la Presidenza dell’Unione Europea?

I Governi europei dovranno definire le grandi priorità politiche della Commissione Europea riguardo alla prossima legislatura, cosa mai fatta in precedenza. La Commissione avrà l’incarico di realizzare queste priorità: politica di crescita, lotta contro la disoccupazione, sviluppo a lungo termine e innovazione. Per realizzare questi obiettivi abbiamo bisogno di strumenti finanziari nuovi. Mentre l’Europa si concentra troppo spesso nella disciplina finanziaria, noi vorremmo portare avanti l’economia reale, rendendo le politiche di controllo budgettario più flessibili.

Angela Merkel ha riaffermato a Bruxelles che non sarà messa in discussione una modifica del patto finanziario…cosa proponete allora?

In questi ultimi anni la Commissione Europea ha dato un’interpretazione estremamente restrittiva del patto finanziario. Senza cambiarne le regole, si possono perseguire tre obiettivi. Prima di tutto, si devono attivare degli strumenti finanziari che permettano di dare un effetto di leva negli investimenti produttivi. Questo si può fare sbloccando nuove risorse della Banca Europea per gli Investimenti (BEI).
  Successivamente, bisogna aggiungere in un accordo chiaro in favore dell’innovazione: il Mercato Unico Digitale è fondamentale. Farebbe crescere il PIL europeo di 260 miliardi di euro. Permetterebbe di creare posti di lavoro, di facilitare la produzione, di sviluppare il commercio e di indirizzarci alle nuove generazioni.
  Infine, l’Europa deve impegnarsi duramente nelle strategie di lotta contro il cambiamento climatico, altro problema della politica industriale. Il presidente della BCE Mario Draghi ha fatto guadagnare tempo all’Europa grazie alle sue emissioni di liquidità e alle sue straordinarie operazioni sui mercati. I Governi europei non se ne sono serviti! Il momento di utilizzare queste utili risorse se n’è andato. Esiste in Europa una maggioranza di cittadini che vuole confermare le idee e i progetti europei, ma in cambio di politiche concrete. Non vogliono lo status quo. Noi abbiamo il dovere di dare loro risposte concrete, immediate. È il momento di accelerare.

Sull’immigrazione, come pensate di convincere l’Europa del Nord a essere più solidale?


L’assenza di una politica comune sull’immigrazione e quella di un vero sistema d’asilo comune in Europa ha condotto a concentrare sui paesi più generosi tutto il peso e i costi. Dobbiamo stabilire degli standard minimi d’accoglienza. Da notare anche il fatto che non esiste una politica di gestione delle frontiere comuni e dei flussi migratori. Sono i paesi del Sud che pagano l’assenza dell’Europa in questo contesto. Ciò non è più tollerabile.

Traduzione di Gabriele Bortolotti

Nessun commento:

Posta un commento