“I
francesi devono riprendere il controllo della situazione” afferma l’editorialista di Le
Soir, quotidiano belga. “Non bisogna
più lasciare Marine Le Pen percorrere allegramente le tappe che la separano
dall’Eliseo, ridare ossigeno al paese perché nascano idee ambiziose”.
Al di là dello
spavento, non ci sono più parole abbastanza forti per descrivere lo spettacolo
offerto questi ultimi giorni in Francia.
Atto
1) Domenica 25, di sera, si credeva di aver toccato il fondo con il risultato
storico di Front National. Un elettore su quattro che ha votato alle europee ha
lasciato cadere nell’urna scheda per Marine Le Pen. Uno su quattro! Ma non era
che l’inizio della tragedia.
Atto
2) L’atto secondo si sarebbe presentato il giorno successivo con il discorso di
François Hollande. Un presidente completamente demoralizzato parlava alla
televisione, ma senza dir niente.
Atto
3) È questo 27 maggio l’atto terzo, con la testa di Jean-François Copé che
rotola sul tappeto dell’UMP, condannato e travolto dall’affare Bygmalion (che
vedeva la società al centro di una truffa durante la campagna elettorale di
Sarkozy nel 2012).
A
Sinistra come a Destra, il paese è devastato. Non c’è più né un capo né una
linea. Fino a quando? Fino a cosa? Quello che sta succedendo non è più solo una
crisi. È una rottura. Una rottura tra i francesi e la politica che avrebbe
bisogni di ribaltare il tavolo. Di cambiare era. Stiamo andando, nei prossimi
mesi, a perderci tra le varie congetture di una possibile vendetta Hollande-Sarkozy?
Stiamo lasciando Marine Le Pen, unica leader incondizionata del suo partito,
superare una ad una le tappe che la porterebbero al finale presidenziale?
Se c’è
ancora qualcosa che vogliamo sapere dall’attuale e dal ex Presidente, sono le
loro intenzioni. François Hollande ha ancora un progetto che dura nel tempo e
che gli impedisca di cadere definitivamente nel vortice della sua sconfitta? Se
si, è ancora in grado di portarlo avanti? Altrimenti, dovrebbe veramente
rimanere il leader della Sinistra? Nicolas Sarkozy, invece, deve continuare a
mantenere questa suspense deleteria
che impedisce alla Destra di avanzare?
Non è
solo di un congresso riformatore che i partiti al governo hanno bisogno. Sono
piuttosto, e al più presto possibile, delle primarie che andranno ad aprire le
finestre e liberare il paese dall’asfissia. A ideare nuovi progetti. A far
sopravvivere ancora delle sane ambizioni e lasciare apparire dei nuovi modi di
lottare contro l’estrema destra, visto che tutti i tentativi per combatterla
sono falliti.
Atto
4) È ancora da scrivere…
Gabriele Bortolotti
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