“Oggi è il momento in cui
bisogna saper gettare via vecchi fardelli divenuti ingombranti, tenersi pronti
al nuovo che sopraggiunge così diverso da tutto quello che si era immaginato,
scartare gli inetti tra i vecchi e suscitare nuove energie tra i giovani. […]
La via da percorrere non è facile né sicura, ma deve essere percorsa e lo
sarà.”
La disarmante attualità di queste parole ci
farebbe pensare che a pronunciarle sia stato qualche politico o giornalista
durante un talk show del momento. E invece no.
Era il 1941 quando Altiero
Spinelli e Alfonso Rossi, dal loro esilio sull’isola di Ventotene, decisero di
elaborare quello che sarebbe passato alla storia come il documento fondatore
dell’Unione Europea, Il manifesto di
Ventotene.
Non c’era rabbia nelle loro parole. Non
c’erano promesse elettorali. Non c’era un voi, ma c’era un noi. C’era la
volontà di credere ancora in quegli ideali che gli orrori della seconda guerra
mondiale aveva spazzato via. C’era la voglia di superare l’individualismo cieco
degli stati. C’era voglia di dire che sì, insieme si è più forti. Ma oggi, più
di 70 anni dopo queste parole, sembra che l’Europa più che avanzare stia
regredendo. Oggi non si crede più in quell’Europa unita proposta da Spinelli e
Rossi. Gli stati “forti” abusano delle istituzioni europee, o per meglio dire
di quel che ne rimane, per il loro tornaconto personale. Quello che più
spaventa è che i cittadini (non voglio specificare europei, perché sarebbe una
forzatura troppo forte) ignorano quasi completamente cosa sia l’Europa. E si sa
che quando non si conosce qualcosa, essa tende a farci paura e ci porta a
fuggirne. È qui che nasce il successo dei partiti euroscettici, che definiscono
come l’unica soluzione, il rifiuto delll’Europa. È la rinuncia a mettersi in
gioco gli uni con gli altri per lottare affinché quegli ideali che ispirarono
quei sognatori a Ventotene diventino realtà. Gli unici che oggi hanno la
possibilità di credere nel domani sono i giovani. Siamo noi giovani. Dobbiamo farci sentire, dobbiamo crescere insieme,
partecipare, confrontarci e in qualche occasione altercare. Dobbiamo avere la
forza di credere in un futuro in cui saremo fieri di dire: ”sono un cittadino
europeo”. La via da percorrere non è facile né sicura, ma deve essere percorsa
e lo sarà. Insieme e per una nuova Europa.
Lorenzo Tortorici
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