Giovani Europeisti

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sabato 31 maggio 2014

Riflessioni su Ventotene, 70 anni dopo.

 “Oggi è il momento in cui bisogna saper gettare via vecchi fardelli divenuti ingombranti, tenersi pronti al nuovo che sopraggiunge così diverso da tutto quello che si era immaginato, scartare gli inetti tra i vecchi e suscitare nuove energie tra i giovani. […] La via da percorrere non è facile né sicura, ma deve essere percorsa e lo sarà.”

  La disarmante attualità di queste parole ci farebbe pensare che a pronunciarle sia stato qualche politico o giornalista durante un talk show del momento. E invece no.
Era il 1941 quando Altiero Spinelli e Alfonso Rossi, dal loro esilio sull’isola di Ventotene, decisero di elaborare quello che sarebbe passato alla storia come il documento fondatore dell’Unione Europea, Il manifesto di Ventotene.

  Non c’era rabbia nelle loro parole. Non c’erano promesse elettorali. Non c’era un voi, ma c’era un noi. C’era la volontà di credere ancora in quegli ideali che gli orrori della seconda guerra mondiale aveva spazzato via. C’era la voglia di superare l’individualismo cieco degli stati. C’era voglia di dire che sì, insieme si è più forti. Ma oggi, più di 70 anni dopo queste parole, sembra che l’Europa più che avanzare stia regredendo. Oggi non si crede più in quell’Europa unita proposta da Spinelli e Rossi. Gli stati “forti” abusano delle istituzioni europee, o per meglio dire di quel che ne rimane, per il loro tornaconto personale. Quello che più spaventa è che i cittadini (non voglio specificare europei, perché sarebbe una forzatura troppo forte) ignorano quasi completamente cosa sia l’Europa. E si sa che quando non si conosce qualcosa, essa tende a farci paura e ci porta a fuggirne. È qui che nasce il successo dei partiti euroscettici, che definiscono come l’unica soluzione, il rifiuto delll’Europa. È la rinuncia a mettersi in gioco gli uni con gli altri per lottare affinché quegli ideali che ispirarono quei sognatori a Ventotene diventino realtà. Gli unici che oggi hanno la possibilità di credere nel domani sono i giovani. Siamo noi giovani. Dobbiamo farci sentire, dobbiamo crescere insieme, partecipare, confrontarci e in qualche occasione altercare. Dobbiamo avere la forza di credere in un futuro in cui saremo fieri di dire: ”sono un cittadino europeo”. La via da percorrere non è facile né sicura, ma deve essere percorsa e lo sarà. Insieme e per una nuova Europa.  

                                                                    Lorenzo Tortorici


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