Il
13 gennaio Matteo Renzi pronuncerà il discorso di chiusura del Semestre di
Presidenza italiana, facendo il bilancio dei risultati. Secondo lei, quali sono
stati i passi avanti e dove, invece, si sarebbe potuto fare di più?
A
mio parere il Semestre è stato più che positivo. Abbiamo cambiato il lessico
europeo: prima del nostro Semestre nessuno parlava di crescita, investimenti e
occupazione. Ora sono la priorità. Inoltre ci sono diversi risultati positivi
tangibili: dall’accordo su clima ed energia al varo di politiche comuni
sull’immigrazione. Chiaramente si poteva fare molto di più: avremmo voluto fare
molto di più sul tema del “made in” per tutelare le eccellenze italiane, o
sulla net neutrality.
A
succedere l’Italia è pronta la Lettonia. Quali sono i temi aperti che dovrà
affrontare e quanto inciderà la sua ostilità nei confronti della Russia, in un
momento così delicato?
Proprio
l’innovazione digitale, su cui noi abbiamo lavorato molto a partire da Digital
Venice a luglio, è uno dei capitoli aperti sui cui i Lettoni intendono
proseguire il lavoro. Inoltre, temi quali crescita e occupazione sono stati
appena introdotti per cui è da lì che occorre ripartire. Data la posizione
strategica, la Lettonia sarà chiamata ad affrontare il rapporto Russia-Ucraina
con estrema attenzione.
La
nomina di Federica Mogherini ad Alto Rappresentante, il Semestre di
Presidenza italiana e l’EXPO; l’Italia si trova, e si troverà, spesso sotto i
riflettori. Qual è l’immagine che stiamo cercando di dare e quanto influiscono
i numerosi casi di corruzione che sempre più spesso troviamo sulle pagine dei
giornali?
Credo
che esistano diverse Italie che si contrappongono: c’è quella che ottiene
risultati prestigiosi a livello internazionale, tra cui la nomina di Mogherini
ad Alto Rappresentante, e che organizza e gestisce positivamente eventi quali
il Semestre e l’Expo. E poi c’è l’Italia del “mondo di mezzo”, quella degli
appalti truccati e della corruzione. Ecco, non permetteremo che l’immagine del
nostro Paese possa essere infangata dai ladri, e soprattutto non permetteremo
che eventi mondiali come l’Expo (ma penso anche alla candidatura alle
Olimpiadi) possano essere messi a rischio.
Quanto
e come sono collegate la Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea
e l’EXPO? Quali sono, secondo lei, i vantaggi più significativi che questi
regalano?
Si
tratta prima di tutto di vetrine fondamentali per il nostro Paese, utili per
dimostrare che siamo in grado di guidare i processi di trasformazione che
avvengono sempre più freneticamente nella società di oggi. Faccio un esempio
molto semplice: il tema dell’Expo è “Nutrire il Pianeta”, e va a inserirsi
perfettamente nel solco delle tematiche di sviluppo ecosostenibile cui abbiamo
lavorato nel corso del Semestre.
Quanto
siamo lontani dagli “Stati Uniti d’Europa”? Di cosa ha bisogno l’Europa per
arrivarci?
L’Europa
ha bisogno prima di tutto di ritrovare fiducia in se stessa e una maggior
solidarietà interna. Non possiamo pensare che miopi calcoli politici in un paio
di capitali europee possano minare il progetto comune. Purtroppo in questi anni
la Ue invece di aprirsi ai propri cittadini si è chiusa in una pericolosa
ossessione per le cifre e gli algoritmi finanziari. La strada per gli Stati Uniti
d’Europa si è complicata, è inutile negarlo, anche perché molti leader attuali
sono più legati a una logica intergovernamentale. Toccherà a una nuova
generazione di europei dimostrare che è attraverso una completa unione politica
che l’Europa tornerà a competere sulla scena globale.
Il
governo tedesco ha dichiarato che in caso di vittoria del partito di sinistra
radicale, Syriza, in Grecia, sarebbe pronto a lasciare che il paese
ellenico esca dalla Zona Euro. Che conseguenze avrebbe? Non pensa che potrebbe
generare una reazione a catena?
Nessuna delle
principali forze politiche greche chiede l'uscita dall'Unione monetaria. Questo
è un dato molto importante e positivo, e anche a Berlino ne sono a conoscenza.
E non credo che a nessuno convenga un’uscita della Grecia, che sarebbe una
sconfitta per tutta l’Unione. L’Europa deve allargarsi, non restringersi: è interesse comune fare crescere e allargare la zona
euro, come avvenuto dal primo gennaio con l'ingresso della Lituania, deciso
durante la presidenza italiana. Il nostro obiettivo nei prossimi mesi è di
rafforzare la governance dell'euro e di fare passi importanti verso una vera
unione politica ed economica.
Intervista a cura di:
Gabriele Bortolotti
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