Giovani Europeisti

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sabato 10 gennaio 2015

Intervista a Sandro Gozi - Bilancio sel Semestre Europeo


Il 13 gennaio Matteo Renzi pronuncerà il discorso di chiusura del Semestre di Presidenza italiana, facendo il bilancio dei risultati. Secondo lei, quali sono stati i passi avanti e dove, invece, si sarebbe potuto fare di più?

A mio parere il Semestre è stato più che positivo. Abbiamo cambiato il lessico europeo: prima del nostro Semestre nessuno parlava di crescita, investimenti e occupazione. Ora sono la priorità. Inoltre ci sono diversi risultati positivi tangibili: dall’accordo su clima ed energia al varo di politiche comuni sull’immigrazione. Chiaramente si poteva fare molto di più: avremmo voluto fare molto di più sul tema del “made in” per tutelare le eccellenze italiane, o sulla net neutrality.


A succedere l’Italia è pronta la Lettonia. Quali sono i temi aperti che dovrà affrontare e quanto inciderà la sua ostilità nei confronti della Russia, in un momento così delicato?

Proprio l’innovazione digitale, su cui noi abbiamo lavorato molto a partire da Digital Venice a luglio, è uno dei capitoli aperti sui cui i Lettoni intendono proseguire il lavoro. Inoltre, temi quali crescita e occupazione sono stati appena introdotti per cui è da lì che occorre ripartire. Data la posizione strategica, la Lettonia sarà chiamata ad affrontare il rapporto Russia-Ucraina con estrema attenzione.


La nomina di Federica Mogherini ad Alto Rappresentante, il Semestre di Presidenza italiana e l’EXPO; l’Italia si trova, e si troverà, spesso sotto i riflettori. Qual è l’immagine che stiamo cercando di dare e quanto influiscono i numerosi casi di corruzione che sempre più spesso troviamo sulle pagine dei giornali?

Credo che esistano diverse Italie che si contrappongono: c’è quella che ottiene risultati prestigiosi a livello internazionale, tra cui la nomina di Mogherini ad Alto Rappresentante, e che organizza e gestisce positivamente eventi quali il Semestre e l’Expo. E poi c’è l’Italia del “mondo di mezzo”, quella degli appalti truccati e della corruzione. Ecco, non permetteremo che l’immagine del nostro Paese possa essere infangata dai ladri, e soprattutto non permetteremo che eventi mondiali come l’Expo (ma penso anche alla candidatura alle Olimpiadi) possano essere messi a rischio.


Quanto e come sono collegate la Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea e l’EXPO? Quali sono, secondo lei, i vantaggi più significativi che questi regalano?

Si tratta prima di tutto di vetrine fondamentali per il nostro Paese, utili per dimostrare che siamo in grado di guidare i processi di trasformazione che avvengono sempre più freneticamente nella società di oggi. Faccio un esempio molto semplice: il tema dell’Expo è “Nutrire il Pianeta”, e va a inserirsi perfettamente nel solco delle tematiche di sviluppo ecosostenibile cui abbiamo lavorato nel corso del Semestre.


Quanto siamo lontani dagli “Stati Uniti d’Europa”? Di cosa ha bisogno l’Europa per arrivarci?

L’Europa ha bisogno prima di tutto di ritrovare fiducia in se stessa e una maggior solidarietà interna. Non possiamo pensare che miopi calcoli politici in un paio di capitali europee possano minare il progetto comune. Purtroppo in questi anni la Ue invece di aprirsi ai propri cittadini si è chiusa in una pericolosa ossessione per le cifre e gli algoritmi finanziari. La strada per gli Stati Uniti d’Europa si è complicata, è inutile negarlo, anche perché molti leader attuali sono più legati a una logica intergovernamentale. Toccherà a una nuova generazione di europei dimostrare che è attraverso una completa unione politica che l’Europa tornerà a competere sulla scena globale.


Il governo tedesco ha dichiarato che in caso di vittoria del partito di sinistra radicale, Syriza, in Grecia, sarebbe pronto a lasciare che il paese ellenico esca dalla Zona Euro. Che conseguenze avrebbe? Non pensa che potrebbe generare una reazione a catena?

Nessuna delle principali forze politiche greche chiede l'uscita dall'Unione monetaria. Questo è un dato molto importante e positivo, e anche a Berlino ne sono a conoscenza. E non credo che a nessuno convenga un’uscita della Grecia, che sarebbe una sconfitta per tutta l’Unione. L’Europa deve allargarsi, non restringersi: è interesse comune fare crescere e allargare la zona euro, come avvenuto dal primo gennaio con l'ingresso della Lituania, deciso durante la presidenza italiana. Il nostro obiettivo nei prossimi mesi è di rafforzare la governance dell'euro e di fare passi importanti verso una vera unione politica ed economica.

Intervista a cura di:
Gabriele Bortolotti

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