Giovani Europeisti

Giovani Europeisti

giovedì 12 giugno 2014





  Venerdì 6 giugno 2014 abbiamo partecipato, su invito del Sindaco di Imola Daniele Manca, alla cerimonia d’intitolazione di una rotatoria ad Altiero Spinelli.
  Abbiamo raggiunto alle 11.00 del mattino la rotatoria imolese, dove il Sindaco si stava intrattenendo con i numerosi presenti, non scoraggiati dal caldo. Presenti oltre al primo cittadino, Mario Barnabé, il presidente onorario regionale del Movimento Federalista Europeo e membro del Congresso Nazionale e Jacopo Di Cocco, Professore all’Università di Bologna, Vicepresidente della Scuola di Economia, Management e Statistica, nonché amico di Altiero Spinelli, che al termine abbiamo intervistato.

Ecco le parole del Sindaco di Imola Daniele Manca che hanno aperto la cerimonia:

  "Ringrazio tutti di essere presenti per condividere con noi questo gesto, il cui significato va ben oltre il luogo fisico. Questa mattina intitoliamo ad Altiero Spinelli la porta d’accesso alla città. A una delle personalità certamente più importanti, che hanno contribuito alla costruzione di una democrazia sovranazionale, in tempi in cui parlare d’Europa o vedere l’Europa come teatro di una democrazia era difficile. Un’Europa che riducesse le disuguaglianze e costruisse un nuova speranza all’interno di un territorio ferito dalla guerra. Altiero riflette in pieno conflitto mondiale a Ventotene, scrivendo il Manifesto.
  Riteniamo molto utile e di grande attualità questa mattina essere qui. Ringrazio Mario Barnabè insieme agli amici imolesi, che hanno sollecitato e richiesto all’amministrazione comunale di individuare un luogo idoneo per poter ricordare una figura così importante, non solo per quello che ha rappresentato in passato ma per sollecitare una riflessione che riguarda il futuro, i nostri giovani, e riguarda certamente la grande questione europea. Perché molte di quelle riflessioni contenute in quel Manifesto, in quell’idea, sono ancora da attuare, e nella loro stragrande maggioranza dopo sessant’anni ancora da costruire, progettare, programmare. Dunque la città di Imola che ha per sua natura, per sue dotazioni, capacità di produrre qualità della vita e servizi, capacità di produrre occupazione, lavoro, essendo una città europea pienamente all’interno delle aree più avanzate d’Europa, vuole anche con questa cerimonia istituire un momento annuale di riflessione sulle grandi questioni europee. Ogni anno vogliamo, nei luoghi idonei della democrazia, cioè la città, aprire con fermezza e con determinazione una riflessione di merito su come si può essere cittadini europei e su come possiamo contribuire a stimolare la dimensione europea affinché, parlando di sviluppo economico, di crescita di questo paese, l’Europa non resti solo una dimensione economica, monetaria, burocratica, finanziaria, ma diventi sempre di più quella democrazia sovranazionale capace appunto di produrre lavoro, crescita, di creare una grande area competitiva, capace di rappresentare una grande opportunità per attrarre nuovi investimenti. Insomma, girare pagina rispetto a un’Europa che fin qui, diciamolo con fermezza, ha certamente dimostrato sul piano economico e finanziario di essere una scelta rilevante, ma che non basta. Non basta perché solo con il rigore, come abbiamo visto, non siamo in grado di attrarre competitività e creare le condizioni per le nuove generazioni di vivere questa dimensione democratica con tutte le potenzialità che intendiamo costruire. Anche dalle città, ed è il motivo per cui ho firmato, insieme ad altri Sindaci, l’appello del Movimento Federalista Europeo, e credo che questo tipo di attività riguardi noi. Riguardi anche questa città. Con questa cerimonia, sobria, che
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appositamente non ha voluto interferire con la competizione elettorale che avrebbe trascinato in un dibattito partitico, abbiamo pensato a un’iniziativa che a mio avviso deve essere superiore. Cioè rappresentare un terreno fertile di riflessione e di condivisione di quegli obbiettivi fondamentali che ci riguardano. Pensate ai grandi problemi che dovremo affrontare anche noi sul piano dell’occupazione, della tenuta, ad esempio del livello occupazionale delle donne, questioni grandi e importanti che ormai gli Stati in solitudine non sono più in grado di affrontare. Pensate alla questione dell’immigrazione, dell’arrivo di tante persone, essendo l’Italia una frontiera che sta sul mediterraneo, costretta ad affrontare da sola problemi e spese che non sono solo sue, ma devo esserlo per tutta l’Europa. Non c’è una dimensione europea capace di affrontare insieme una questione cruciale di questo cambiamento. L’Europa deve recuperare quei valori fondamentali che Altiero Spinelli seppe con largo anticipo rappresentare. Deve dimostrare di essere una dimensione nuova che garantisca alle nuove generazioni non solo la cittadinanza europea, ma un impegno nuovo nei confronti di una democrazia sovranazionale, ben più grande e ben più ampia. Questo è il senso dell’iniziativa di questa mattina, in questo luogo che per noi è la porta d’accesso,  che deve rappresentare un segno che mostri la dimensione europea di Imola, ma soprattutto che ricordi quello che fu scritto all’ora da Altiero Spinelli. Ringrazio tutti i presenti, soprattutto Mario Barnabè, in rappresentanza del Movimento Federalista Europeo (MFE). Lavoriamo insieme affinchè ogni anno in una data scelta ci sia una riflessione importante con i protagonisti dell’Europa di oggi, capace di far distinguere questa città, mettendola davanti ai grandi cambiamenti in atto.  Questo è l’unico modo di creare lavoro, futuro e prospettive alle nuove generazioni. Grazie e buona giornata a tutti."


Quando vengono messe in discussione le fondamenta di un’ideologia, la cosa migliore da fare è ripercorrerne le origini. In un periodo nel quale le spinte antieuropeiste si rinforzano occorre far capire loro da dove tutto è cominciato. Rifiutare l’Europa come istituzione è un ragionamento anacronistico, che non mette in conto i problemi post-45 e non valuta le soluzioni che sono state trovate. È grazie ad eroi come Altiero Spinelli che possiamo essere fieri di definirci cittadini europei. Persone che hanno visto nell’Europa l’unica forza capace di evitare nuovi totalitarismi, l’unica garanzia di Pace.



Gabriele Bortolotti
(presenti anche:
 Sarah Bianconcini 
e Lorenzo Tortorici)

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